Una pratica di ascolto e di silenzio è essenziale per il percorso evolutivo di ogni essere umano. Nel vuoto nasce la pienezza di una nuova consapevolezza. Non si tratta solo di assenza di parole, bensì della costruzione di uno spazio interiore sacro che ci connette alla nostra anima.
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Abbiamo inserito questa pratica tra le azioni per il grande valore e la spinta alla crescita che i momenti di vuoto e di percezione più intima di noi stessi possono avere per la nostra evoluzione. Questa pratica vuole essere un invito all'ascolto, nella presenza di ogni momento, entrando in percezione sottile di se stessi.
Il silenzio non è soltanto assenza di parole o di suoni, bensì uno stato di vuoto interiore che consente di aprirci a percezioni più sottile del nostro essere divino. In questo profondo contatto con noi stessi entriamo in un livello di attenzione e di osservazione più consapevole e ricettivo..iniziamo a vedere chi siamo realmente, dietro alla superficialità della vita quotidiana, dietro a ciò che crediamo di essere. Nel silenzio, con gli occhi chiusi (bendati) vediamo con gli occhi della coscienza, osservando le nostre parti: le forme di protezione, le maschere, le parti di ego che alimentano determinate situazioni nella nostra vita, imparando a riconoscerle e trasformarle interiormente. La creazione della realtà fisica avviene sulla base dei movimenti interiori, sulla base di ciò che alimentiamo nel nostro interno, il quale come in uno specchio perfetto è riflesso all'esterno nella realtà fisica. La nostra creazione può essere dunque trasformata nel momento in cui interiormente scegliamo consapevolmente in quale vibrazione vivere e rimanere sintonizzati.
Nell'ascolto entriamo in contatto con il nostro Essere, il Se Superiore, rinascendo nella vulnerabilità dello stare di fronte a noi stessi, immersi nella pienezza di una nuova consapevolezza, scaturita da quel vuoto interiore in cui siamo centrati e osservatori del momento presente. I sensi, solitamente utilizzati per percepire la vita, lasciano spazio alla connessione sottile, la quale apre le porte a nuove consapevolezze, intuizioni ed evoluzioni per la nostra anima.
QUANDO RIMANERE IN ASCOLTO
L'ascolto può essere praticato in ogni momento della propria giornata, al mattino appena svegli, la sera prima di addormentarsi o in un altro momento scelto appositamente per stare nel silenzio. Questi momenti possono essere concentrati in giornate intere in cui si cerca di parlare il meno possibile, di interagire solo quando è necessario per stare quanto più tempo possibile in uno stato di ascolto e di ricezione. L'ascolto può essere praticato anche in modo continuativo in un tempo che si è precedentemente pianificato e organizzato come ad esempio un fine settimana, in cui si può affiancare del digiuno (ad esempio secondo il calendario lunare) e cercare di stare bendati sino ad un tempo che può essere sino a tre giorni di silenzio e di vuoto interiore.
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COME RIMANERE IN ASCOLTO
L'ascolto più profondo e più intimo è quello che avviene con gli occhi chiusi (eventualmente anche bendati). Rimanendo centrati nel proprio respiro si diventa sempre più presenti e osservatori attenti di ciò che si muove interiormente. In uno stato di calma e di centratura si entra nelle profondità di se stessi. Se l'ascolto avviene invece all'aria aperta, immergendosi nella natura, è possibile fare delle pratiche di radicamento per entrare ancora più in connessione con la Madre Terra, profondamente ancorati con i piedi al livello terreno e protesi verso il cielo nella ricerca spirituale. Anche in situazioni di vita ordinaria quotidiana, a prescindere da ciò che si sta facendo, si può mantenere quell'atteggiamento di ascolto, centratura e di calma interiore che fortifica lo spirito e consente all'anima di evolvere. Per raggiungere una maggiore profondità di ascolto si può applicare una benda, in modo da aprire la vista che proviene dall'interno, iniziare a vedere non con gli occhi fisici, ma con gli occhi della coscienza.
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