Restituire il pianeta alle generazioni future.

 

 

 

 

 

 

 

 

Negli ultimi decenni abbiamo assistito allo sviluppo di produzioni massive e a conseguenti sprechi alimentari. Scelte consapevoli cambiano il modo di vivere sul pianeta dall’interno, portando una trasformazione che parte direttamente dalla gente. Ogni essere umano ha la responsabilità individuale e collettiva degli effetti che il nostro modo di vivere genera sul pianeta Terra, in particolare della propria impronta (footprint).  

Che cos'è il footprint o impronta sul pianeta?

È l'impronta individuale che definisce la quantità di risorse naturali consumate singolarmente, in termini di superfici di terreno e di acqua utilizzati, dei consumi energetici convertiti in emissioni di CO2 (anidride carbonica) equivalenti e degli scarti da smaltire.

Scelte consapevoli adottate dal singolo cambiano il modo di vivere sul pianeta dall'interno, portando una trasformazione che parte direttamente dal senso di reponsabilità individuale. È un processo in divenire che nasce dalla consapevolezza che scelte ed azioni, parsimoniose e attente alle proprie reali esigenze generano degli effetti positivi nella propria vita e nella realtà collettiva per portare a manifestazione un mondo di abbondanza e di cura nel presente e per le generazioni a venire.

 

L'impronta sul pianeta comprende i propri consumi (di energia, di cibo, di trasporti ecc.), ovvero si traduce in uno stile di vita che si esprime nella vita quotidiana, nel lavoro e nel tempo libero. Attualmente l'mpronta sul pianeta può essere declinata secondo dei macro indicatori: superfici terrestri e marine utilizzate per i propri consumi, emissioni di anidride carbonica rilasciate in atmosfera, consumi di acqua. 

IMPRONTA ECOLOGICA (ecological footprint)

calcola l’area totale di superficie produttiva terrestre e marina necessaria a produrre beni e servizi consumati da una data popolazione.

  • Quanti ettari di terreno servono per produrre il cibo che consumi?
  • Quanti ettari di terreno servono per produrre l'energia che utilizzi?

IMPRONTA DI CARBONIO (carbon footprint)

misura la quantità di gas ad effetto serra emessa in atmosfera, con riferimento all'anidride carbonica o al carbonio, riferita ad una determinata produzione o attività antropica. Il consumo di gas, carbone e petrolio è trasformato in emissione di COeq.  

  • Quanta energia serve per riscaldare o illuminare la tua casa?
  • Quanta energia serve per i tuoi spostamenti (auto, treni, aerei)?
  • Quanta energia serve per produrre il cibo che consumi?

Le emissioni sono conteggiate a partire dalla produzione e dalla distribuzione al consumatore sino allo smaltimento degli imballaggi (qualora presenti). 

Facciamo un esempio: la produzione in serra di 1 kg di pomodori rilascia 3,5 kg di CO2 eq, mentre la stessa quantità prodotta in campo meno di 0,05 kg, ben 70 volte più bassa! Quindi il consumo di cibo è importante che sia locale e stagionale
 
L'acquisto di prodotti stagionali ha un impatto positivo sulla tua impronta, dal momento che non sono necessarie lunghe tratte per il trasporto o il riscaldamento per le serre. Il trasporto aereo produce un'elevata quantità di emissione di C02.
 
La frutta tropicale subisce numerosi trattamenti e comunque, anche quella biologica, viene colta acerba e matura durante la durata del trasporto, necessitando di ulteriore energia per essere conservata che si aggiunge al trasporto. Se la frutta non è biologica è sottoposta a trattamenti tra cui antiparassitari che rimangono nella buccia del frutto sino ad arrivare alla polpa. 
 

IMPRONTA IDRICA (water footprint)

misura il volume totale di risorse idriche ovvero l’acqua, prelevata da fiumi, laghi e falde acquifere (acque superficiali e sotterranee), impiegata per produrre beni e servizi, nei settori agricolo, industriale e domestico, ed inoltre derivante dal consumo di merci importate. 
  • Quanti metri cubi o litri di acqua servono per produrre i tuoi vestiti?
  • Quanti metri cubi o litri di acqua servono per produrre il cibo che consumi?
Per produrre una T-shirt servono 2.700 l di acqua.
Per produrre un bicchiere di vino sono necessari 120 l di acqua. 
 
Solitamente i dati statistici relativi ai consumi idrici considerano soltanto il consumo diretto, ma non i consumi indiretti ovvero quelli provenienti dall'estero. L'acqua è la risorsa più preziosa sul pianeta, quindi spesso senza rendercene conto le nostre scelte di consumo andiamo a sottrarre l'acqua ad altre popolazioni e ad altri territori, causando implicazioni sociali e ambientali del suo utilizzo.


La riduzione del footprint è una delle azioni del Cambiamento, poichè le scelte che prendiamo ogni giorno determinano l'impatto del nostro modo di vivere. Ciascuno di noi nella propria vita può fare la differenza, sia curandosi più consapevolmente dei propri consumi, sia realizzando e diffondendo nuove idee e progetti per supportare quante più persone possibili nella scelta consapevole di una vita più autentica, rispettosa della vita e parsimoniosa nell'utilizzo di risorse per le generazioni future.  

Per dare maggiore visibilità e risalto a questa azione consapevole abbiamo raccolto informazioni e dati in merito alle tre impronte della produzione, distribuzione di cibo e smaltimento degli scarti: impronta di carbonio (convertito in emissioni di anidride carbonica equivalente), impronta ecologica (quanta superficie serve per produrre un kg o l di alimento) e impronta idrica (quanti litri di acqua servono per produrre un kg o l di alimento). Per realizzare uno schema pratico, applicabile alla vita di tutti i giorni,  abbiamo incluso altre considerazioni che si basano sulla rarità di un determinato alimento nelle nostre zone e sulla necessità di importazioni. La produzione di cibo importato richiede l'utilizzo di risorse (terra, acqua, energia) in aree molto distanti da noi e genera effetti sia sulla biodiversità, impatti ambientali, sia sulle popolazioni locali, impatti sociali.

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Presentiamo nell'immagine seguente uno schema orientatativo che ciascuno può applicare alla propria spesa settimanale per verificare il proprio footprint sulla base dei propri consumi. Per la lettura incrocia le voci dall'alto e dal basso con l'alimento corrispondente per individuale i tuoi impatti. Sino a che i tuoi consumi alimentari sono all'interno dei colori verdi, sono abbastanza responsabili. Dal giallo in poi bisognerebbe cercare di ridurre la propria impronta.

Partiamo dal presupposto che il cibo sia prodotto in modo naturale, se così non fosse ci si sposta nello schema di una gradazione verso l'impatto maggiore e così ci si continua a spostare se ci sono molti imballaggi/plastica (soprattutto nei casi in cui non ci sia raccolta differenziata) e se la produzione è estera. Preferibilmente nei casi di acquisti da produzione estera, accertarsi che l'agricoltura sia solidale.

ESEMPI
 
Banane acquistate in buste di plastica (senza fare la raccolta differenziata) che provengono dal Brasile e non sono solidali, non sono varietà stagionali hanno un footprint rosso. 

Spesa con prodotti a base di olio di palma pari al 15% della spesa complessiva, a prescindere dalla raccolta differenziata, ha un footprint arancione.
 
 
** Per i cibi che non sono stati contemplati in tabella può essere applicato il principio della produzione locale e della stagionalità, unito alla minimizzazione degli scarti derivati dagli imballaggi. Ad esempio la scelta di sale e di zucchero può essere valutato sulla base del contesto.
 
 
*** Per nessun tipo di cibo è previsto un consumo giornaliero, poichè ogni eccesso porta un disequilibrio. In un'ottica di condivisione e di cooperazione tra gli esseri umani si possono trovare valide alternative in modo che tutti possano avere accesso e abbondanza di cibo. Si parte quindi da una prospettiva personale ad una prospettiva collettiva di condivisione delle risorse e di rispetto degli ecosistemi, consentendone la naturale rigenerazione.

 


CARNE E PESCE: nel calcolo del footprint rientra non solo la superficie, l'acqua e l'energia impiegata per gli animali, ma anche il cibo prodotto per nutrire gli animali che include quindi ulteriori impatti da considerare.

LATTE E LATTICINI/UOVA: L'impatto dei derivati è più basso rispetto al consumo di carne, soprattutto se sono presenti fattorie o allevamenti a terra di galline nel luogo in cui si abita.

SOIA E OLIO DI PALMA: La richiesta di superficie è talmente alta che vengono deforestate grandi superfici per la produzione con un elevato impatto sugli ecosistemi. Le foreste colpite sono i polmoni del pianeta, essenziali quindi per la vita sul pianeta. Mentre la soia viene utilizzata anche per nutrire gli animali, l'olio di palma in gran parte dei prodotti dolciari. È importante leggere bene l'etichetta!

QUINOA: La richiesta crescente di quinoa come cibo alternativo alla pasta, al riso, ai cereali genera un impatto sociale molto elevato in Sud America, poichè è un cibo sottratto alle popolazioni locali, le quali lo rivendono soprattutto in Occidente e in Nord America ad un prezzo molto più alto la produzione di quinoa.

FRUTTA TROPICALE: L'impatto ambientale e sociale delle importazioni è molto alto per via della sottrazione di risorse; nel caso di frutta non biologica includiamo i trattamenti sulle piante che hanno un effetto non solo sull'ecosistema ma anche sulle persone che la raccolgono. Inoltre non sempre è garantito un trattamento equo delle persone che sono impiegate nella produzione, per cui può esserci un ulteriore impatto sociale da valutare. Anche la farina di platano, le noci (ad es. le noci brasiliane), le bacche di Goji, solo per citarne alcuni, rientrano in questa categoria.

CIBO DAL BANCO FRIGO/FREEZER: Anche nel caso di produzioni locali, i reparti frigo e freezer consumano un'elevata quantità di energia sin dalle prime fasi di realizzazione del prodotto, attraverso gli imballaggi sino al trasporto, alla vendita e allo smaltimento degli scarti. È preferibile, quindi, orientare la propria alimentazione verso un cibo fresco e di stagione.

CIBO INDUSTRIALE: A prescindere dalla provenienza delle materie prime che può aumentare l'impatto ambientale e spesso sociale, il consumo di energia è sicuramente quello più lampante nei processi di produzione, di distribuzione e di smaltimento degli scarti. In certe fasi di lavorazione è richiesto inoltre un elevato consumo idrico, soprattutto acqua potabile.

 
Ascolta la puntata di spreaker su Webradio Visione Alchemica.

Con moderazione ogni regime alimentare può essere liberamente scelto, applicando opportuni accorgimenti di volta in volta, orientando le proprie scelte verso una produzione locale e regionale, stagionale ed economica.  Ci auguriamo che questo piccolo contributo possa dare un supporto a coloro che desiderano mettere in pratica scelte più consapevoli. 

Dall'impegno di ciascuno, dal proprio piccolo di ogni giorno nasce il grande. Quando le persone si uniscono secondo coscienza nello stesso intento, agendo in modo responsabile da esseri creatori della propria vita e co-creatori della realtà collettiva, mettono in pratica scelte ed azioni consapevoli e manifestano una nuova realtà basata sul rispetto della vita, sull'armonia e sul prendersi cura di ogni essere umano sul pianeta. 

 

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