Senso di Unità
I Pleiadiani sono esseri dall'aspetto umano: visi puliti e luminosi, capelli lunghi, lunghe vesti. Alcuni con le orecchie a punta, connessi ai reami di Madre Terra, alla Natura. Si considerano e vivono come coscienza unica, una coscienza di gruppo. Creano il mondo intorno a loro con il pensiero collettivo, un'unica volontà di creazione che tiene conto di tutti. Il pensiero è sottile, al loro livello crea istantaneamente. Ognuno ha il suo compito, la sua funzione. Al fine di espletare il proprio compito, ognuno accede al registro akashico, una sorta di memoria collettiva da cui attingere ogni informazione passata, presente e futura. La connessione è istantanea, avviene tramite il pensiero come uno spazio condiviso al quale accedere.
Si percepiscono tutti uniti: hanno un profondo Senso di Unità. Ognuno percepisce l'altro attraverso il campo di energia che li tiene uniti. Sono molto centrati nel loro compito, nella loro funzione al servizio di tutti. Ognuno è al servizio degli altri attraverso lo sviluppo di una vocazione, di una propensione che viene portata in essere per il bene collettivo. L'interesse personale è assente. Tutti possono beneficiare dell'avanzamento del singolo.
SENSO DI UNITA'
Ogni esperienza vissuta è parte dell'Uno, soltanto unificando interiormente come già perfetta manifestazione è possibile lasciarla andare e riportarla alla Sorgente da cui è discesa.
Unificare interiormente, questo già lo sappiamo che è importante non separare. Ogni separazione ci allontana dall'unità. E' importante applicare questo, ovvero non entrare nel merito di ogni situazione. Ogni volta che parliamo di qualcosa, iniziamo a separare, entrando nel merito di ciò che è giusto, di ciò che è sbagliato. In questa maniera non è possibile unificare. Ogni manifestazione, essendo parte dell'Uno, è già unita al Tutto. Siamo noi che, nel momento in cui iniziamo a frammentare, attraverso la nostra valutazione, il mentale, la separiamo e questa separazione non ci consente poi di lasciare andare anche le nostre esperienze. Quando viene suggerito di unificare interiormente significa che Tutto è già perfetto così com'è. Non si sente più l'esigenza di analizzare ogni elemento, ogni sfumatura di quegli episodi o esperienze, perché al proprio interno c'è già la consapevolezza che è già perfetto, già unito. Soltanto se facciamo così, questo episodio, questa esperienza, questa memoria ritorna alla Sorgente, dissolvendosi dalla nostra vita, dall'umanità come esperienza collettiva. Più invece stiamo ad analizzare, a dividere, a frammentare, più questa creazione continua a mantenere in essere non soltanto quella separazione, ma anche quella stessa esperienza. Quell'esperienza non ritorna quindi alla Sorgente, perché siamo noi a trattenerla, non avendo ancora appreso che quell'esperienza è già unita a tutto il resto e quindi rimane nella nostra vita, rimane come manifestazione su questo piano. Se desideriamo vivere diversamente la nostra vita, ci focalizziamo su alte frequenze. Quest'emanazione consente la creazione di una realtà diversa. Se noi invece stessimo ad analizzare ogni aspetto che non va bene, rimarremmo in quel tipo di creazione, perché non abbiamo appreso l'esperienza dell'integrazione, dell'unificazione, della comprensione della perfezione di ogni aspetto e di ogni esperienza vissuta. Attraverso il giudizio frammentiamo, dividiamo, ci portiamo sul livello mentale. Per questo, viene detto in ambito spirituale di diventare puri osservatori: non si vuole cambiare più qualcosa di esterno, giudicando o valutando giusto o sbagliato. Questa divisione, questa frammentazione mantiene in essere quel tipo di esperienza. Che cosa significa non-giudicare? Noi possiamo fare una fotografia, ad esempio della situazione dell'umanità in questo momento, la sottigliezza è la consapevolezza che è già tutto unito e che se vogliamo cambiare questo pianeta, lasciamo il tempo e il modo, affinché tutto questo possa maturare. Ciò che valutiamo 'giusto' o 'sbagliato' sono esperienze importanti per altri.
Ogni persona coinvolta, ogni essere che fa parte di una determinata esperienza, svolge un ruolo, una funzione specifica da apprendere per le altre parti coinvolte.
Per unificare interiormente un'esperienza può essere visualizzata una sfera costituita da vari frammenti che la costituiscono, i quali si uniscono illuminando la sfera di luce. Come se fosse una situazione in cui tante persone coinvolte, o l'umanità stessa: ognuno esercitando una funzione crea delle separazioni, delle aperture. Il fatto di visualizzare la sfera che si illumina, unificando tutti questi frammenti che la compongono, significa riconoscere che ognuno, all'interno di quell'esperienza, ha una funzione, un ruolo specifico che non solo serve agli altri per apprendere delle lezioni, per crescere tutti insieme, ma anche unirla interiormente come già perfetta così, riconoscendo dunque la sua perfezione nella manifestazione.
Non giudicare significa osservare senza prendere parte, unificando dall'interno. Non solo si osserva, ma dentro di sé si unifica, perché si coglie la perfezione di ogni ruolo, di ogni funzione all'interno dell'esperienza come un sistema di forze in cui è presente un equilibrio perfetto. Questo equilibrio è già parte di questa massima perfezione. Alla stessa maniera avviene con le memorie familiari, non c'è bisogno di guarire. Si tratta di un processo di unificazione interna in cui tutto converge e avviene una fusione di tutto ciò che è avvenuto prima, di tutti i ruoli ed energie. All'inizio è una sfera piena di frammenti e poi si unisce, irradiando luce: l'Unità, il raggiungimento dell'Unità interiore.
I Pleiadiani vedono la situazione umana e sono consapevoli che in ogni esperienza ci sono delle lezioni da apprendere per ogni parte interessata. C'è un esercizio di polarità distinte che operano, da parte di coloro che sono coinvolti, affinché ci possa essere qualche trasformazione. Loro non si soffermano su una polarità o sull'altra, unificano interiormente e quindi trasformano istantaneamente. Essendo la situazione su questo piano un'esperienza che riguarda gli esseri umani, siamo noi che dobbiamo farlo, uniti al loro supporto. Questo possiamo farlo sia per le nostre esperienze personali, sia per quelle collettive. E' una visualizzazione, la sfera, inizialmente piena di frammenti che si illumina, un piccolo mondo che si unisce, avendo la consapevolezza che è già tutto unito.
Quando due persone iniziano a giocare dei ruoli si nutrono anche dell'appoggio dell'una o dell'altra parte o anche dell'attenzione, quindi in pratica comprendendo che è il loro percorso, che è tutto perfetto, che stanno anche loro crescendo in qualche maniera, interiormente si integra e si trasforma senza esprimersi a parole con loro, mentre le due persone continuano il confronto, gradualmente esauriscono gli argomenti, dopo averli portati nella discussione. Si tratta di uno stato di centratura interiore da sviluppare. I Pleiadiani vedono ciò che succede sul pianeta e non è che non gli stia a cuore o che non siano interessati però questo non incide nel loro stato, diviene semplicemente un'informazione da acquisire.
Osserviamo quello che succede senza partecipare come energia in questo processo; altrimenti se ci frapponiamo come terzi in una situazione dove non siamo stati invitati ad inserirci (c'è una differenza a livello energetico se c'è un invito specifico ad intervenire). Anche qualora ci fosse un invito, se ci accorgiamo che questa discussione riguarda loro, li lasciamo conversare. Altrimenti, sentendoci coinvolti a difendere l'una o l'altra parte o a fare da pacere, iniziamo a giocare il ruolo di mediatore, di figura amichevole, di conciliazione...e quindi teniamo anche noi in essere quel tipo di discussione, quel tipo di esperienza. Il processo è interiore avviene nell'Unità, unificare interiormente l'esperienza, incluso ciò che stiamo osservando in maniera totalmente distaccata. Seguendo tale modalità quell'esperienza si dissolve dalla propria vita.
Non dobbiamo sentirci costretti a fare gli arbitri della situazione, le due persone che stiamo osservando avranno la loro energia da tirare fuori e poi piano piano il processo si concluderà, dando loro il tempo di assimilare le lezioni del percorso emerse durante i confronti, all'interno dell'esperienza.
Se, in tempo successivo, è chiesto un consiglio da una delle parti o da entrambe si può presentare la propria prospettiva senza interferire nel percorso di un altro o di altri. Con tranquillità si interiorizza il significato di ogni esperienza, nel frattempo si continua con la propria creazione consapevole a partire dal prorio cuore e poi piano piano questa vibrazione si amplifica. Quando due persone litigano a volte fanno un teatrino, il loro ego si nutre fondamentalmente del fatto che ci sono degli spettatori a guardare. Rispettando questo loro spazio di confronto, togliamo molta energia nel riconoscimento del loro percorso, senza entrare in quel tipo di dinamica dove poi anche noi ne usciamo prosciugati energeticamente.
Nel momento in cui riusciamo a lasciar andare e a unificare interiormente non attiviamo la dualità, anche se duale è sempre tutto unito.
Questi messaggi sono molto importanti per l'Umanità e per vedere oltre le manipolazioni e i giochi di potere. Se iniziamo ad applicare l'insegnamento a partire dalle nostre esperienze, estendendolo alle esperienze planetarie, trasformiamo la co-creazione sulla Madre Terra.
Nei processi di risveglio interiore trasmutiamo per elevarci, mentre al livello delle Pleiadi non avviene più la trasmutazione, c'è soltanto l'Unità interiore.
L'insegnamento o gli insegnamenti da apprendere sono la cosa più importante. Interiormente per sciogliere la ripetizione di quella tipologia di esperienze si integrano tutti i frammenti in una sfera di luce, ricomponendoli e unificandoli e poi si lascia andare nella fiducia consapevole della perfezione. In questo modo ogni vincolo è sciolto.
Certe esperienze sono generate dalle ombre delle paure delle persone, ad es. vaccini o tecnologia, creando situazioni corrispondenti nella materia per superare e trascendere l'esperienza. Il lavoro da compiersi è quindi quello di integrare interiormente, sentendosi parte di un'unica coscienza della famiglia umana.
Quindi, paradossalmente, chi magari non vuole i vaccini però esprime con questo contrasto una paura di fondo non fa altro che tenere in piedi quel tipo di esperienza (vaccini, tecnologie, scie chimiche...), più se ne parla e più ancora si divide, si analizza ecc. e più questo continua a manifestarsi. In questa maniera quindi è possibile manipolare le coscienze che iniziano a creare in quella direzione.
Molti hanno bisogno di perdonare per ritrovare l'unità, per ritrovare l'unificazione delle parti. Non sarebbe necessario se ci fossero altre modalità di connessione interiore per unire parti apparentemente diverse.
L'approccio del perdono è radicato nella memoria collettiva ed ha una forte matrice religiosa. Non è necessario perdonare se quest'unità la ritroviamo noi come consapevolezza interiore.
"Noi unifichiamo interiormente al centro del nostro cuore ogni esperienza vissuta, ogni memoria passata, presente e futura per il massimo bene di tutti gli interessati. Ogni cosa è parte dell'Uno e all'Uno ritorna".
Attraverso la nostra consapevolezza che tutto è unito, ripuliamo tutte le memorie connesse all'esperienza, negative o positive.
Anche per ripulire le memorie familiari, si procede allo stesso modo, unificando interiormente l'esperienza vissuta completa di tutte le sue parti, di ogni persona che ha giocato un ruolo, rispettando con osservazione e distacco la funzione di ognuno.
Si unifica interiormente,visualizzando la Sfera di Luce che unifica tutti i frammenti che ci sono; in questa maniera non è più necessario perdonare perché di fatto si unifica diversamente attraverso la consapevolezza dell'Uno nella perfezione di ogni momento.
Si suggerisce di utilizzare la creazione sottile attraverso il pensiero e attendere la sua manifestazione nella materia fisica, ad esempio con l'utilizzo dei simboli.